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Bibliografia
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L'organismo sociale è tripartito [1]La nascita dello statoBisogna risalire al 15° secolo per rintracciare l'inizio di quel processo che, gradualmente, condurrà gli arti fondamentali dell'organismo sociale alla loro emancipazione. Dopo una lenta gestazione, nel 1648, con la pace di Westfalia, emerge il primo di questi, lo stato nazionale. In verità esso nasce ancor prima ma è solo con questa pace, che conclude la guerra dei trent'anni, che viene formalizzato un nuovo ordine internazionale in cui i rapporti tra gli stati risultano simili a quello che abbiamo oggi. Lo stato non viene più visto come "proprietà personale" del sovrano ed in sua vece inizia a farsi strada il concetto di sovranità. Lo stato nasce quindi grazie alla sua lotta per affrancarsi dal potere spirituale costituito soprattutto dalle influenze del papato. La nascita dell'economiaNel secolo XVIII nasce l'economia così come la concepiamo oggi. E' solo con la rivoluzione industriale infatti che i sistemi agricoli, artigianali e commerciali dei secoli precedenti evolvono verso un sistema industriale di tipo moderno. A promuovere tali cambiamenti è certamente un rapporto mutato dell'uomo con la natura dovuto al neonato pensiero scientifico sviluppato inizialmente da Galilei e ampliato successivamente con le scoperte di Newton. Il pensiero umano subisce un processo di individualizzazione, abbandona sempre più le sfere della speculazione filosofica per rivolgersi ad aspetti circoscritti e materiali ma in modo chiaro e potente. Da questa riduzione
e concentrazione, il pensiero umano sviluppa la tecnica capace di modificare il mondo materiale. Le trasformazioni indotte dalla rivoluzione industriale non impattano solamente la sfera produttiva ma coinvolgono profondamente anche il tessuto sociale dando origine alla figura del capitalista industriale e ad una classe operaia composta da salariati. Il pensiero sociale tuttavia non coglie la portata di tali trasformazioni e le classi dirigenti affrontano la gestione del cambiamento in modo istintivo continuando ad impiegare le vecchie categorie di pensiero economico-sociale. In questo vuoto concettuale si verranno a creare le basi per la nascita della questione sociale moderna. La nascita della società civile [2]A partire dalla seconda metà del XX secolo, un fenomeno sociale del tutto nuovo inizia a manifestarsi principalmente nel mondo occidentale attraverso la comparsa delle organizzazioni senza scopo di lucro e delle organizzazioni non governative (ONG). Si tratta di un fenomeno tuttora in crescita che attesta come nell'uomo contemporaneo esista una nuova pulsione che lo spinge ad associarsi nei modi più vari per dar voce ad istanze ideali che non possono esprimersi nell'ambito economico o statale. I campi di azione di tali organizzazioni sono quanto mai variegati andando dalla difesa dei diritti umani, alla difesa dell'ambiente, al sostegno delle fasce più povere della popolazione, etc. Ad esse si deve un contributo alla caduta dei regimi totalitari nell'est Europa e nel Sudamerica, ma è soltanto con la cosiddetta battaglia di Seattle del 1999, che, per la prima volta, al di là delle violenze e delle devastazioni operate dai black bloc, le organizzazioni non governative iniziano a percepirsi non più come una semplice rete, per quanto coordinata, di associazioni quanto come un arto fondamentale dell'organismo sociale cui spetta di diritto un ruolo istituzionale accanto a stato e mercato. E' proprio la comparsa di questa "coscienza" che segna la nascita della società civile come terzo polo contrapponentesi a stato e mercato (nella figura accanto, la sfera della società civile inizia a formarsi come aggregato delle organizzazioni non governative). All'interno della società civile risvegliata al proprio ruolo istituzionale andranno a raccogliersi quindi le istituzioni culturali, i media, le confessioni religiose, le fondazioni, il mondo della scuola e dell'insegnamento, ma anche gli intellettuali, gli artisti, i filosofi; in generale uomini e istituzioni che si occupano della difesa e del concepimento di valori e che non sono coinvolti nell'ambito economico o statale. La nascita della società civile rappresenta la più importante trasformazione sociale del XX secolo, l'unica in grado di contrapporsi efficacemente alla azione delle cosiddette elite della globalizzazione che, dalla caduta del muro di Berlino, cercano di evangelizzare il mondo intero con il credo del neo-liberismo attraverso istituzioni e organismi quali World Trade Organization, Fondo Monetario Internazionale, etc. L'obiettivo di tali organismi è quello di trasformare la globalizzazione in uno strumento di mera prevaricazione, sfruttamento economico ed appiattimento culturale facendo sfumare la grande opportunità per il genere umano di creare una vera cultura fatta di rispetto, comprensione, fraternità e cooperazione. La Tripartizione dell'organismo socialeNel momento in cui i tre arti dell'organismo sociale riconoscono la propria autonomia e la propria sfera di competenza, seppure ancora in modo alquanto inconscio, si può dire che l'organismo sociale ha raggiunto il primo livello della Tripartizione ovvero la Tripartizione de facto. Essa rappresenta lo stadio cui tendono spontaneamente le attuali forme sociali. Molti processi in diverse situazioni e in differenti parti del mondo stanno avviando dialoghi intersettoriali tra i tre domini sociali poichè hanno ormai riconosciuto la natura tripartita dell'organismo sociale come un dato di fatto. E' il caso ad esempio di diversi progetti avviati dalle Nazioni Unite in cui il ruolo della società civile risulta pienamente riconosciuto e ritenuto indispensabile per raggiungere risultati significativi nelle sfide richieste dalla globalizzazione assieme a stato ed economia.[3] E' importante tuttavia sottolineare che la tripartizione de facto non può essere che uno stadio preparatorio per una forma di essa più avanzata, la Tripartizione conscia o completa. Senza questo passaggio si rischia di vanificare il potenziale di innovazione sociale generatosi con la nascita della società civile. Mancando una chiara visione della propria natura e dei propri obiettivi, la società civile rischia infatti la cooptazione da parte delle elite della globalizzazione. Ad esempio la società civile potrebbe venir coinvolta in negoziati intersettoriali sullo sviluppo sostenibile in cui però nessuna azione concreta verrebbe intrapresa per modificare la sostanza dei processi in essere. O ancora, la società civile potrebbe venir spinta nell'orbita del potere economico o statale in modo da ridurne i margini di manovra rendendola così inefficace e facilmente controllabile. Per ulteriori approfondimenti:
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