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Una visione d'insieme



5. Una moneta in decumulo emessa in libera concorrenza

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Come già accaduto la volta precedente, il lavoro sugli Altopiani non ha consentito a Fabian di partire per tempo, per cui anche per questa nuova sessione di lavori sulla moneta egli arriva alla base piuttosto in ritardo. Mentre sale la rampa che lo porta alla sala riunioni della grande nave da crociera, dove si svolgono le adunanze della piccola comunità, come in un flash gli si ripresentano rapidissime le immagini degli eventi delle settimane appena trascorse. Queste ultime sono state per lui davvero intense e feconde di idee: nelle calde serate dell'estate kepleriana, egli ha avuto modo di riflettere a lungo sulle discussioni svoltesi nell'ultima riunione e sulle parole da lui stesso pronunciate nel salone della Deepskydiver: «...La moneta, dopo un certo tempo dovrà scomparire per venire riemessa successivamente. In sostanza la moneta, al pari di qualsiasi altra merce, deve avere una data di scadenza. Questo ci assicura che il denaro non possa essere accumulato e tesaurizzato. Come le merci, che si deteriorano, invecchiano e perdono valore, così deve accadere anche per il denaro».

Sebbene la comunità kepleriana sia piuttosto piccola, il problema di sostituire al baratto una qualche circolazione monetaria non appare per nulla banale. Tuttavia Fabian, appassionatosi al problema, non è tanto interessato a trovare una soluzione contingente, quanto a capire se ne esista davvero una soddisfacente in termini generali, che potrebbe cioè valere anche sulla Terra.

In questi ragionamenti non è stato sempre solo, spesso anzi i suoi più fidati collaboratori gli hanno fatto compagnia. Quasi ogni sera si incontravano, alla fine dei lavori nei campi, nei pressi dei semplici alloggi di legno che si sono fatti costruire presso le coltivazioni per non dover ogni volta tornare alla base. Aspettavano insieme il calare della sera, seduti su panche improvvisate, fumando curiose pipe artigianali dotate di un lungo cannello. L'imbrunire kepleriano è infatti spettacolare con le sue sfumature di colore tanto diverse da quelle terrestri. Le stelle appaiono quasi variopinte, presentandosi spesso in ammassi luminescenti dai colori accesi, ma nel cielo notturno a stupire è sempre il comparire delle lune kepleriane, luminose e danzanti, con i loro moti retrogradi, ascendenti, apparentemente imprevedibili in un intreccio di orbite straordinario.lune kepleriane

Fabian e i suoi si incontravano per parlare della sua proposta per una moneta a scadenza, una moneta che impedisca l'accumulo di denaro, una moneta sana che possa sostenere l'organismo sociale senza rappresentare per esso una minaccia o una spada di Damocle perennemente sospesa sopra la dignità umana. La proposta di Fabian appariva convincente ai suoi amici, eppure a lui stesso qualcosa non tornava. Gli sembrava che alla sua moneta a scadenza mancasse qualcosa. In effetti su Kepler 2b praticamente l'organismo sociale coincide con la vita economica, non esiste una vita spirituale, non essendoci fondazioni culturali, università, chiese o monasteri. Quel poco di scuola che esiste non è "visibile" economicamente, i bambini piccoli in età scolare sono pochi e così pure i loro maestri. Le strutture sanitarie, al contrario, sono dotate del giusto numero di addetti in rapporto alla popolazione, ma a nessuno viene in mente di assimilarle alla sfera della cultura. Si tratta indubbiamente di un elemento ineconomico della sfera sociale, ma i kepleriani non lo considerano assolutamente come qualcosa di "improduttivo": se a qualcuno capita di ferirsi malamente - e purtroppo fra i boscaioli questo accade con una certa frequenza - il fatto di esser curati bene e in modo efficiente consente loro di tornare al lavoro in tempi rapidi.

Ma nella piccola comunità negli ultimi tempi è comparso qualcosa di insolito e inaspettato di cui tutti parlano. A riferirlo ai coltivatori è stato un vecchio colono di ritorno da una missione di qualche giorno alla base. Durante le usuali chiacchierate serali sotto il cielo violetto dei tramonti kepleriani, il colono ha raccontato a Fabian e agli altri come nella comunità si sappia da tempo che uno dei boscaioli, un ragazzo giovane, un russo, sia un bravo pianista. Si sa che ha del vero talento e che ha studiato presso i migliori conservatori e con i migliori maestri, ma in modo del tutto fortuito si è scoperto che è pure compositore, e che compositore! Il ragazzo, sempre schivo e riservato, non aveva mai voluto far sentire nulla delle sue prove al pianoforte. E neppure ne aveva l'occasione. Se ne stava con gli altri boscaioli all'Isola delle Foreste e solo ogni tanto tornava alla base per suonare il piano nel salone della Deepskydiver. Evidentemente ispirata dai paesaggi kepleriani, la sua vena creatrice, fino a quel momento sopita, si era finalmente destata in lui. Mentre se ne stava sull'isola, non potendo esercitarsi, si era immaginato la sua musica "suonandola" nelle pause di lavoro o alla sera nei pressi della baracca dove alloggiava. La suonava come aveva fatto Beethoven una volta divenuto sordo: nella sua anima, senza strumenti.

Ma la prima sera in cui era tornato per un riposo settimanale alla base, mentre suonava praticamente di nascosto per paura che la sua musica venisse giudicata acerba, e convinto che tale fosse, era stato casualmente sentito da un passeggero. E non da un passeggero qualunque. Questo sulla Terra aveva fatto parte per un certo tempo dello staff della direzione artistica del Metropolitan. E costui - tale Wegener - era rimasto a bocca aperta per tutta la durata del preludio suonato dal ragazzo. Sul momento era rimasto alla ricerca nella sua memoria del pezzo originale di cui gli era sembrato di sentire semplicemente una originalissima interpretazione: un qualche influsso di Scriabin sembrava infatti suggerirgli qualche pezzo poco noto del grande maestro russo. Ma ben presto si era dovuto ricredere: stava assistendo ad una straordinaria prima di un pezzo nato perfetto, suonato da un "boscaiolo"! Wegener però non aveva detto nulla al termine della performance, e non si era fatto notare dal ragazzo. La sera dopo era tornato nella sala, nascondendovisi di nuovo, ma non da solo, aveva portato anche Magnusson, il famoso tenore svedese pure lui finito su Kepler 2b. Il ragazzo fortunatamente aveva replicato il preludio e, terminato il pezzo, i due avrebbero voluto abbracciarlo per la straordinaria performance. Per fortuna erano stati cauti, e avevano fatto bene. Quando avevano avvicinato il giovane, questi aveva negato di aver scritto lui il pezzo, e poi addirittura aveva tentato di buttare le sue carte. Alla fine gli avevano assicurato che la sua musica era tutto fuorché acerba, che anzi dimostrava che il suo autore era eccezionalmente dotato, una vera promessa, e non solo per Kepler 2b, che insomma avrebbe fatto un figurone pure alla Scala!

Il ragazzo in breve si era lasciato convincere, e i due "protettori" si erano detti d'accordo che un simile talento assolutamente non doveva lavorare ma studiare e lasciare libera la sua creatività. E qui erano sorti i problemi: il responsabile dei boscaioli sarà stato anche capace di far disboscare foreste, ma di musica non capiva un accidente. Aveva detto che non voleva sentire ragioni, che il ragazzo gli serviva, e che se il prossimo inverno volevano scaldarsi che utilizzassero pure le "cartacce" scribacchiate con la musica del ragazzo, e avrebbero sentito che bel calore! Alla fine si era giunti a un accordo: si sarebbe trovato tra tutti i kepleriani chi potesse sostituire il ragazzo nel lavoro all'Isola delle Foreste. Se non c'era la possibilità di farlo studiare, almeno che lo si lasciasse libero di comporre!

Nel sentire questo racconto, Fabian aveva cominciato a intravedere ciò che stava cercando. Ecco cosa mancava al suo disegno monetario: il modo con cui poter sostenere le attività culturali! Non si trattava infatti tanto del caso contingente, ma in generale della questione di quali attività culturali meritassero di essere effettivamente sostenute. Come garantire dunque le risorse necessarie affinché la sfera della cultura potesse sostenersi in modo libero senza intromissioni statali? Ovvero senza tasse che apparirebbero inique a chi ad esempio per la musica non ha alcun interesse?

worglUn altro prezioso tassello al suo puzzle monetario si era aggiunto parlando con Klaus, uno dei suoi collaboratori più anziani. Fabian era venuto così a sapere di un fatto davvero straordinario accaduto molto tempo prima sulla Terra, il cosiddetto "miracolo di Wörgl". Klaus gli aveva raccontato di alcune vicende riferitegli da suo nonno, che negli anni Trenta del Novecento era un ragazzino che abitava a Wörgl è, un piccolo paese del Tirolo. Nel 1932, il borgomastro del paese, a causa della gravissima crisi economica in cui versava la regione al termine della prima guerra mondiale, aveva pensato di utilizzare una moneta complementare allo scellino cui dovevano essere applicati mensilmente dei bollini per mantenerne inalterato il valore facciale e per non farli scadere. La svalutazione mensile dell'1% di questa moneta, indotta dall'applicazione dei bollini acquistabili presso gli uffici comunali, ne aveva fatto aumentare rapidamente la velocità di circolazione: tenersela in tasca o in banca risultava infatti svantaggioso: la moneta decumulava fino a scomparire. I "certificati" di Wörgl, come li aveva chiamati il borgomastro, in brevissimo tempo avevano fatto rifiorire la cittadina tirolese: erano stati costruiti un ponte, quattro strade e le fognature, era stato provveduto all'illuminazione elettrica, costruendo anche un trampolino per gli sci per rilanciare il turismo. Da notare che i Certificati di Wörgl venivano accettati in pagamento di imposte municipali per cui i Certificati circolavano nel vero senso della parola, cioé partivano da un certo punto, e poi a quello stesso punto ritornavano. Le monete "ordinarie" invece si espandono a macchia d'olio, ma non circolano. L'esperimento stava già per propagarsi alle cittadine vicine quando la Corte Suprema aveva decretato che solo alla Banca Nazionale austriaca spettava per legge il diritto di battere moneta...

Fabian è ormai giunto nel salone della Deepskydiver, saluta sottovoce e stringe mani, la riunione è già iniziata, si sta parlando proprio della "sua" moneta a scadenza.
«...Adesso che sei arrivato possiamo farci spiegare alcune cose che non ci sono chiare - esordisce Laura, accogliendo e salutando Fabian. - La volta precedente ci hai introdotto una moneta in decumulo, che scompare, ma non ci hai dato molti dettagli... Ad esempio, come si potrebbe realizzare concretamente questa moneta a scadenza?».
«Credo che ci possano essere diversi modi per farlo - inizia Fabian. - Non potendo qui usufruire di moneta elettronica, che renderebbe la cosa piuttosto semplice, si potrebbe ottenerlo ad esempio stampando sulla cartamoneta la sua data di scadenza. Ma a noi potrebbe anche andar bene una moneta, che potremmo chiamare "kepler", che si presenta come le altre sul fronte, ma che sul retro riporta stampata una griglia con righe e colonne vuote. Supponiamo che la banconota sia da 100 K, ebbene ogni mese bisognerebbe acquistare un bollino da 50 centesimi presso gli uffici dell'economato per evitare che la banconota si annulli. In questo modo si avrebbe un decumulo della moneta del 6% su base annua, e dopo un certo tempo, riempita che fosse la griglia di bollini sul retro, essa perderebbe del tutto il suo valore».
«La circolazione ne gioverebbe sicuramente, perché la gente tenderebbe a spendere prima di dover acquistare il bollino...» osserva Robert.
«...e non avrebbe senso accumulare le banconote, perché non conviene, si svalutano» gli fa eco Laura.
«Beh, ma così non si è fatto null'altro che introdurre un'inflazione programmata - osserva Oscar. - Che beneficio particolare dovrebbe portarci dunque il tuo "kepler"?».
Ribatte Fabian: «Non dimentichiamo però che c'è l'acquisto del bollino...».
«Ma questa non è la moneta di Gesell? Ne abbiamo parlato mentre tu eri via» ribatte Robert rivolgendosi a Fabian.
«La moneta di chi?» chiede un vecchio colono che assiste alla riunione.
«...di Gesell, un piccolo imprenditore tedesco (in seguito divenuto cittadino svizzero) che ha inventato una moneta in decumulo, appunto - spiega Fabian. - Con una moneta che ad essa si ispirava è stato fatto anche un esperimento concreto negli anni Trenta, a Wörgl, in Tirolo. Ne ho parlato proprio di recente con i miei amici, mentre me ne stavo sugli Altipiani a seguire il lavoro dei campi... C'è però una differenza essenziale tra la moneta di Gesell e la "mia"»
«E quale sarebbe?» chiede Laura.
«Il bollino della moneta di Gesell lo si acquista dallo Stato, dagli uffici comunali nel caso di Wörgl, ma questo è sbagliato, non va acquistato dallo Stato, perché esso non si deve intromettere nell'economia. Deve solo preoccuparsi di verificare che non ci siano contraffazioni e illeciti».
«E da chi lo si dovrebbe acquistare?» chiede Robert.
«...Dalle associazioni culturali» risponde Fabian.
I presenti si guardano un po' perplessi. Fabian riprende: «I bollini li si acquisterebbe presso gli uffici dell'economato che si trovano qui sulla Deepskydiver, ma solo come garanzia sulla loro emissione. In realtà i soldi poi andrebbero alle associazioni culturali».
«Quali associazioni culturali?» chiede incuriosito Oscar.
«Diciamo meglio: tutto ciò che nell'organismo economico rappresenta in certo qual modo l'ineconomico, il consumo di risorse, per cui scuole e ospedali qui da noi, istituzioni culturali, fondazioni, università ecc. sulla Terra. In sostanza sono questi soggetti a poter emettere i bollini, e tu, acquistandoli dalla scuola piuttosto che dall'ospedale, sostieni l'uno piuttosto che l'altro».
«...Mah, sono entrambi necessari mi pare» ribatte Laura.
«Certo - replica Fabian - ma solo su Kepler 2b non è evidente il fatto che si può aver desiderio di sostenere la scuola A piuttosto che B, l'ospedale che applica certi protocolli terapeutici X piuttosto che Y».
«...Oppure, che si vuole contribuire alle spese necessarie per consentire ad un genio della musica di mettere a frutto la sua creatività!» afferma, illuminandosi nel viso, Wegener. E Magnusson rinforza: «...O per organizzare un ciclo di concerti in cui egli possa riversare la sua arte su tutta la comunità».
Brusío, cenni di assenso, qualche applauso, poi si fa di nuovo silenzio non appena Fabian riprende a parlare:
«Certamente! Alla fine, le attività culturali che si realizzerebbero sarebbero quelle per le quali c'è adeguata comprensione, e questa si può sviluppare solamente attraverso una cultura libera, senza controllo statale. Lo Stato si limita a vigilare sul rispetto dei requisiti che devono avere tali enti culturali per poter emettere i bollini».
«Non c'è alcuno Stato qui però - ribatte Robert - non almeno come lo si intende di solito. Tuttavia i nostri maestri, sebbene siano pochi, sono "liberi", mi pare».
«Indubbiamente - risponde Fabian - e questo è senza dubbio un aspetto sano della nostra comunità, ma sarebbe opportuno che tutto ciò che non è economia e vita statale si sostenesse come ho indicato, attraverso la libera comprensione individuale».
«D'accordo Fabian - osserva Laura - ma questa tua moneta, aumentando la circolazione, non farebbe crescere i prezzi? Non genererebbe inflazione? In una delle scorse riunioni si è parlato del reddito da signoraggio attraverso l'emissione monetaria. Chi usufruirebbe di questi redditi con la tua moneta?».
«Come abbiamo visto in quella riunione, attraverso l'esauriente spiegazione di Robert, il signoraggio operato dalla Banca centrale è dopotutto limitato, se consideriamo che in effetti finisce quasi per intero in tasse pagate allo Stato. Questo è infatti il cosiddetto signoraggio primario. Ma ne esiste anche un altro, ed è quello che si ha implicitamente attraverso il cosiddetto denaro scritturale delle banche».
«Scrittu... che?» chiede un signore in prima fila.
«Denaro scritturale, cioè immateriale, virtuale, quello che la banca crea quando ad esempio dà corso ad una richiesta di finanziamento per un mutuo. Confidando che ben difficilmente i propri clienti verranno a ritirare il proprio denaro tutti assieme, a fronte di determinate riserve la banca può prestare fino a 20, 30 anche 50 volte il denaro che possiede effettivamente. Si tratta di creazione di moneta a tutti gli effetti».
«Va bene, Fabian, ma ancora non ci hai detto che cosa c'entri questo con la domanda di Laura» interviene Robert.
«Un attimo e ci arrivo. Come ho detto, la moneta dovrebbe venir emessa dalle associazioni economiche».
«...E infatti mi sa che c'è un po' di confusione qui: emettere moneta è compito al più delle banche, non certo delle associazioni economiche!» ribatte Oscar.
«Questo solo perché, date le dimensioni della nostra comunità, creare delle banche non ha molto senso. Nel nostro caso, alcune funzioni bancarie potrebbero venir espletate dalle associazioni, ma non è questo l'essenziale. L'essenziale è che l'emissione di moneta avvenga in concorrenza, con il free banking».
«E cosa cambierebbe?» chiede Laura.
«Cambierebbe che se una banca emettesse moneta in modo sconsiderato, esercitando una esagerata leva moltiplicatrice sulle sue riserve, ebbene questa banca si esporrebbe ad un rischio elevato di fallimento, si indebolirebbe, la sua fiducia ne risulterebbe minata e la sua moneta non la vorrebbe più nessuno».
«Ammesso che si sappia, però, figurati se i banchieri lo vengono a raccontare a te!» ride sarcastico il signore in prima fila.
«Questo è il compito che spetta allo Stato, garantire trasparenza al sistema bancario senza intromettersi - risponde Fabian. - In tal modo le banche starebbero ben accorte a non fare passi più lunghi della gamba, e i loro prestiti rispecchierebbero le loro reali disponibilità. In questo modo non ci sarebbe eccesso di moneta in circolazione».
«Per un certo periodo il free banking è stato effettivamente piuttosto diffuso - osserva sommessamente Robert - poi hanno preso il sopravvento le banche centrali private o quelle statali».
«Ma cosa accadrebbe dei risparmi? Non ci sarebbe la possibilità di risparmiare, i depositi in banca alla fine scomparirebbero!» segnala un'anziana signora dal fondo della sala.
«Sì, è così, ma i risparmi si potrebbero prestare però - replica Fabian. - Il risparmio ha una sua legittima funzione economica, ma l'accumulazione è dannosa, è risorsa resa immobile che non nutre nuove idee e capacità: è alla fin fine un danno sociale».
«Personalmente l'idea di una moneta a scadenza in una economia che incorpori il dono nei suoi processi mi sembra una straordinaria innovazione» afferma risoluto Wegener.
«In effetti - afferma Laura - si tratta di una proposta suggestiva, realistica e percorribile. Certo ci sono ancora molti dettagli da considerar, ma credo che un esperimento in tal senso lo si potrebbe fare!».
«Nel caso non ci soddisfi, o che non funzioni, tanto peggio di adesso non sarà! Ci vogliamo provare allora? Che ne dite?» chiede ad alta voce Robert.
«Mi sa che passeremo alla storia come il "miracolo di Kepler 2b!"» dice ridendo Laura.
Un applauso liberatorio e la riunione ha termine, la piccola comunità pare aver fatto finalmente la sua scelta...

Uscito dalla sala, mentre scende la scala e stringe le ultime mani che lo cercano, Fabian urta inavvertitamente un ragazzi biondo che sale tenendo un pacco di fogli sottobraccio. I fogli si sparpagliano in terra, Fabian confuso mormora le sue scuse mentre aiuta il giovane a raccogliere le pagine sparse. Sono degli spartiti di musica manoscritti. A Fabian capita tra le mani la prima pagina di un preludio. In grande, in bella calligrafia, c'è scritto:

Fraternità

Fabian guarda negli occhi il ragazzo biondo che gli sta davanti e che, prendendo il foglio dalle sue mani e anticipando la domanda che ha sulle labbra,traduce: «Vuol dire fraternità...»


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4. Verso una nuova moneta6. Le associazioni economiche
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